Anno nuovo, olio nuovo!
Questo 2016 che va a iniziare ha per noi il sapore dell’olio nuovo, assaggiato oggi, rigorosamente su fetta di pane integrale di Pieve di Teco, profumato con l’origano fresco del giardino.
A partire dal profumo e dai mille sapori che si sprigionano in bocca vorrei dire mille cose. Dei ricordi di nonni braccianti e mezzadri, a seconda del ramo delle genealogie ubaghesche; di quel giorno di pochi anni fa in cui una disse all’altra – Mi piacerebbe avere ulivi e fare il nostro olio – e l’altra guardò l’una pensando che fosse un po’ matta o sbruffona, e l’una guardò l’altra intuendo il pensiero e promettendo – Vedrai…; del privilegio grandissimo di poter accedere a nutrimenti belli e buoni, prodotti senza sfruttamento, dopo essere cresciuti all’aria buona di una piccola valle… Ma per ora fermiamoci qui e passiamo alla promessa ricetta!
La ricetta delle olive in salamoia.
Come regalo d’inizio d’anno eccovi la ricetta delle olive taggiasche in salamoia. Abbiamo imparato a prepararle dal Signor Germano e continuiamo a fare come ci ha insegnato lui, mettendo molto timo e poco alloro nella mistura… ma partiamo dall’inizio.
Prendete olive taggiasche raccolte a mano, mettele in un secchio pieno d’acqua e ponetelo in un luogo fresco. Ogni sera – o quasi 😉 – cambiate loro completamente l’acqua. Dopo 40 giorni di questo trattamento, preparate la salamoia facendo sobbollire acqua e sale in proporzione di un litro d’acqua per 100 grammi di sale, ma scalando di modo che in 10 litri andate a sciogliere circa 800 grammi di sale. Quando l’acqua salata inizia a bollire unite abbondanza di timo, santoreggia, maggiorana, origano e alloro, in misura decrescente, sì che di alloro metterete al massimo 2 foglie su 10 litri. Lasciate riposare una notte. Scolate le olive, invasatele in vetro e ricopritele della salamoia, di modo che in ogni barattolo ci siano un po’ di erbette. Se vi piace aggiungete anche un po’ di scorzetta di limone. Riponete i vasetti al buio per almeno 3 mesi. Si conservano per molto tempo… non sappiamo quanto, ma certo possiamo dirvi che gustiamo ora quelle di due anni fa. L’unico problema è che non si riescono più a mangiare quelle di origine industriale 😉